Catania 2025: turismo tra lava, mare e memoria

Catania 2025: turismo tra lava, mare e memoria

La provincia di Catania si racconta con nuove energie, tra Etna, borghi autentici e cultura viva che torna a splendere.

Il primo odore che ti arriva addosso appena scendi a Catania è un misto strano: salsedine, caffè tostato, e un filo di zolfo, lontano, quasi immaginato. L’Etna è lì, in alto, eppure sembra ovunque. Ti guarda. Respira.

Nel 2025, la provincia di Catania è una mappa viva, dove ogni strada porta a un racconto. Non c’è solo la città, con il suo barocco nero e bianco che si sgranchisce al sole. C’è un intero territorio che ha deciso di ripartire dalla propria anima, quella vera: artigiana, creativa, indisciplinata e generosa.

Nel centro storico di Catania, il mercato del pesce è sempre una tragedia greca che va in scena ogni mattina. Ma adesso, tra un tonno e un limone, trovi anche artisti che espongono incisioni su lava e ragazzi che raccontano storie ai turisti con una voce che non è addestrata, ma è sincera.

A Randazzo, il treno della Circumetnea si ferma più spesso. Scendono persone con zaini leggeri e occhi curiosi. Vogliono vedere i muretti a secco, i vigneti su sabbia nera, le chiese che sembrano uscite da una fiaba nera. E trovano silenzi che valgono più di mille parole.

A Zafferana, si beve miele come fosse vino e si ascoltano i vecchi che raccontano “quella colata del ’91”, mentre accanto i giovani organizzano una mostra digitale dentro un ex mulino.

Acireale, nel frattempo, è tornata a vestirsi bene. Il carnevale non è più solo maschere: è performance, è festa popolare e colta insieme. Le Terme stanno tornando a vivere, e le ville storiche aprono le loro porte con visite teatralizzate che fanno venir voglia di restare.

E poi c’è il mare. Quello di Aci Trezza, con i suoi faraglioni che sembrano giganti addormentati, e quello di Riposto, dove il porto turistico non è più solo ormeggio ma luogo d’incontro, con concerti al tramonto e piccole librerie galleggianti.

Nel 2025, Catania e la sua provincia non vendono un sogno, ma una verità affascinante e imperfetta. Qui tutto è contrasto, come il dolce di un cannolo che ti sporca le dita, ma ti fa chiudere gli occhi dalla felicità. Il turismo è cambiato: è più lento, più umano, più interiore.

Catania non chiede di essere fotografata, ma vissuta. Con i suoi ruggiti di pietra lavica e le carezze d’acqua salata. Perché qui, ogni cosa che brucia, poi rinasce.

SiciliaEstate

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