Messina a maggio: luce sullo Stretto e bellezza ovunque

Messina a maggio: luce sullo Stretto e bellezza ovunque

A maggio Messina è splendida: tra il Duomo, il Museo e il mare dello Stretto, vivi la città più luminosa di Sicilia.

C’è una luce, a Messina, che in maggio sembra fatta apposta per farti innamorare. Non quella sparata dell’estate né la malinconia dell’autunno. È una luce gentile, avvolgente, che si insinua tra le facciate delle chiese, accarezza i balconi fioriti, si rifrange sul mare con riflessi d’argento. Cammini e senti che ogni angolo ha qualcosa da dire.

Siamo in primavera piena, ed è forse il momento più bello per visitare questa città sottile, affacciata sul bordo del mondo. Non fa ancora caldo da sudare, non c’è la folla caotica di agosto: solo il tempo giusto per passeggiare piano, guardarsi attorno e perdersi un po’.

La tappa obbligata? Il Duomo, naturalmente. Monumentale e austero, con quel campanile che ogni giorno alle 12 si anima come un piccolo teatro celeste: il leone ruggisce, il gallo canta, la Madonna benedice la città e i turisti restano incantati come bambini. Non è solo folklore: è uno dei più complessi orologi astronomici d’Europa, e ogni movimento ha un significato antico.

Dal Duomo, basta una passeggiata lenta per raggiungere il Museo Regionale. Dentro, il tempo si piega. C’è Antonello da Messina, con il suo “Ecce Homo” che sembra guardarti davvero. E Caravaggio, impetuoso, drammatico, quasi violento nella luce e nell’ombra. Un viaggio nella storia siciliana che ti lascia un po’ frastornato, ma grato.

Poi arriva il momento di uscire. Aria leggera sul viso, profumo di salsedine. E lo Stretto. Sempre lì, immobile e vivo, con la Calabria che pare a un passo. Lo guardi e pensi a Ulisse, a Scilla e Cariddi, alle navi che ancora oggi lo attraversano lente. A Messina, il mito è quotidiano.

Sul lungomare, coppie a passeggio, ragazzi in bici, qualche signora con la spesa. Ti fermi per un gelato — mandorla e pistacchio, tanto per restare in Sicilia — e ti siedi su una panchina vista mare. Non serve altro.

A maggio, Messina è così: una città che non ha bisogno di gridare per essere ascoltata. Ti parla piano, ma ti resta dentro.

SiciliaEstate

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