Cena nella grotta lavica di Catania

Un ristorante nel cuore sotterraneo di Catania dove l’acqua dell’Amenano incontra la pietra lavica dell’Etna.
C’è un posto, nel ventre di Catania, che non si dimentica. Lo trovi quasi per caso, passeggiando tra le viuzze accanto alla storica Pescheria, a pochi passi da Piazza Duomo. È lì che si nasconde “A Putìa dell’Ostello”, un nome che suona familiare e antico, ma che custodisce una delle esperienze più insolite che tu possa vivere in Sicilia.
Non è solo un ristorante. È una discesa nel tempo. È una porta aperta su un mondo sommerso, dove la pietra lavica abbraccia l’acqua e racconta una storia che pochi conoscono, ma che vale la pena ascoltare.
Sotto la città, una grotta viva
Nel 1669 l’Etna decise di cambiare la geografia di Catania. Una colata lavica travolse parte della città, la seppellì, la ridisegnò. Ma non tutto fu cancellato. Il fiume Amenano, che allora scorreva alla luce del sole, non si arrese: deviato, nascosto, silenziato… ma mai sconfitto.
Oggi, in questo luogo straordinario, il suo respiro è ancora vivo. Basta scendere una scala fatta di mattoni antichi e pietra lavica per accorgersene. Lì sotto, tra le mura umide e il buio tiepido della terra, scorre ancora l’acqua. Fresca, trasparente, testarda. Serve indossare stivali impermeabili per toccarla con mano, in un canale di pietra che ha resistito alla furia del vulcano e al tempo degli uomini.

Una cena tra le viscere di Catania
La grotta si articola su due livelli. Al piano più basso, lo spettacolo dell’Amenano che riaffiora. È uno dei sette canali originari che un tempo irrigavano tutta la città, collegati a una rete sotterranea di 36 vie d’acqua. Oggi ne restano pochi, e questo è uno di quei rari punti dove il fiume torna visibile. Lo stesso fiume che alimenta la Fontana dell’Amenano, davanti a Palazzo degli Elefanti, ma che qui si mostra più intimo, più vero.
Sedersi a cena in questo spazio è come partecipare a un rito. I piatti della tradizione siciliana arrivano in tavola mentre l’acqua scorre poco distante, tra suoni antichi e silenzi densi. Il vulcano sopra, il fiume sotto. E in mezzo, tu.
L’Amenano, il fiume che non si arrende
Lo chiamano il “fantasma d’acqua” di Catania. Invisibile in superficie, presente nel cuore della città. E ogni tanto, come in questa grotta, torna a farsi sentire. È un simbolo potente: la natura che resiste, che si adatta, che non dimentica.
Proprio come Catania. Una città che ha imparato a convivere con la forza imprevedibile dell’Etna, senza mai smettere di rinascere. A Putìa dell’Ostello è questo: un luogo dove lava e acqua raccontano insieme una storia di bellezza, tenacia e memoria. Un posto dove il passato non è passato, ma continua a scorrere.