Sicilia in camper: sei giorni tra mare, storia e natura

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Un viaggio on the road nella Sicilia occidentale: da Palermo a San Vito Lo Capo, passando per Agrigento, Sciacca, Marsala ed Egadi.
La prima folata d’aria calda ti arriva addosso appena scendi dal traghetto a Palermo. Profuma di sale, d’asfalto arroventato e di zagare. E capisci subito che in Sicilia non ti aspetta solo un viaggio: ti aspetta un’avventura. Una di quelle da vivere con la sabbia tra i capelli e il cuore un po’ più leggero.
Il nostro cammino comincia proprio qui, nel cuore pulsante dell’isola. Palermo ti prende a braccetto senza chiedere permesso: il Foro Italico che si allunga sul mare come una promessa, le Catacombe dei Cappuccini dove il tempo pare sospeso, e poi quella meraviglia arabo-normanna che è San Giovanni degli Eremiti, coi suoi silenzi rossi di pietra. E Segesta? Un tempio solitario che regge il cielo con un’eleganza malinconica, come un vecchio signore rimasto a guardare il mondo.
Da Palermo si scende verso sud, ed è come tuffarsi dentro una fiaba antica. Agrigento ti spalanca la Valle dei Templi sotto un sole abbacinante, dove le colonne si stagliano contro il blu come soldati stanchi e fieri. Poi la Scala dei Turchi, bianca come un miraggio, e la riserva di Torre Salsa, dove la natura si prende tutto il tempo del mondo. Qui, persino i bambini smettono di chiedere tablet e si perdono a rincorrere granchi e onde.
Il camper scivola via sulla strada, con quel ronzio rassicurante che sa di libertà . Attraversiamo Sciacca, tra ceramiche colorate e pescherecci che odorano di alghe e gasolio. Marsala ci accoglie al tramonto, tra vigneti spettinati dal vento e saline che sembrano specchi rotti dal sole.
E poi eccole, le Egadi. Piccole, luminose, selvagge. A Favignana il tempo rallenta fino quasi a fermarsi: il mare è così chiaro che viene voglia di berlo a sorsi lenti. E intanto il nostro camper ci aspetta lì, fedele come un vecchio amico.
L’ultimo approdo è San Vito Lo Capo. Qui la spiaggia ti lascia senza parole, con quella sabbia così chiara che sembra quasi un trucco della luce. È anche la porta d’ingresso alla Riserva dello Zingaro, un susseguirsi di calette segrete e sentieri profumati di rosmarino e macchia mediterranea. Il posto perfetto per perdersi, letteralmente e felicemente.
Durante il viaggio, abbiamo seguito qualche dritta golosa: una focaccia all’Antica Focacceria San Francesco, un pranzo rumoroso alla Trattoria Ferro di Cavallo, e arancine da Ke Palle, così buone che per un momento abbiamo pensato di non ripartire più. Ad Agrigento, ci siamo concessi una cena da Expanificio, dove la tradizione si lascia accarezzare da un tocco di fantasia.
Viaggiare in camper qui, in Sicilia, è un atto di ribellione contro la fretta. È scegliere di fermarsi quando si vuole, di cambiare strada senza un motivo preciso, di dormire davanti a un tramonto senza chiedere il permesso a nessuno.
E forse è proprio questo il vero regalo: la possibilità di vivere l’isola senza filtri, sentendo sotto la pelle il battito lento e antico della sua terra.
Magari, la prossima volta, ci resteremo un po’ di più.
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