Niki Berlinguer in mostra Erice

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Erice celebra l’arte tessile di Niki Berlinguer con la più grande retrospettiva mai realizzata.

Dal 7 giugno al 2 novembre 2025, tra le viuzze acciottolate di Erice, riecheggerà una voce artistica forte e limpida: quella di Niki Berlinguer, maestra dell’arazzo e donna di raro spessore umano e creativo. Tre luoghi simbolo della cittadina — il Museo Cordici, il Museo Wigner-San Francesco e la chiesa di San Pietro — accoglieranno la più grande retrospettiva mai dedicata a lei, intessendo un racconto che attraversa arte, memoria e passione.

Un viaggio tra fili e maestri

Niki non si limitava a “tessere”: trasformava il telaio in un’estensione dell’anima. Nelle sale di Erice si potranno ammirare le sue personali visioni di Caravaggio, Van Gogh, Mirò, Klee, Hartung. Ma anche opere originali che parlano con voce propria, come Uccello di fuoco (1982) e Primavera (1983): lavori potenti, dove la materia prende luce e movimento, quasi avesse un respiro. Non è solo una mostra: è un invito a entrare nel laboratorio vivo di una donna che ha fatto dell’arazzo una forma d’arte contemporanea.

Amicizie, sfide e un’identità tutta sua

Chi ha avuto il privilegio di conoscerla la ricorda come “Ninna”. Ma dietro quel soprannome affettuoso c’era una mente lucida e una mano instancabile. Dagli anni Cinquanta in poi ha condiviso progetti e visioni con figure del calibro di Perilli, Guttuso, Mastroianni, Dorazio, Vedova. Eppure, il suo stile non si è mai confuso: trame esposte, colori vivi, sperimentazioni materiche che tenevano insieme pittura e tessitura. Era arte e artigianato, ma anche ribellione silenziosa, coscienza femminile, poesia.

L’eredità di Ninna

Niki è stata anche moglie e nonna, figura centrale nella famiglia Berlinguer. Seconda moglie di Mario, madre e guida per i nipoti Bianca, Laura, Marco e Maria Stella, ai quali ha trasmesso — tra racconti, atelier e lunghi silenzi densi di significato — un’idea forte di libertà e responsabilità artistica. E saranno proprio loro, i nipoti, ad aprire simbolicamente la mostra. Un momento carico di emozione, quasi un ponte tra generazioni.

Erice apre le sue porte (e il cuore)

A rendere possibile tutto questo è stata una sinergia rara tra istituzioni. Il Comune di Erice, la Fondazione Majorana e la Diocesi di Trapani hanno unito le forze per restituire al pubblico il mondo di Niki. Per la prima volta, la chiesa di San Pietro ospiterà un evento artistico laico, accogliendo gli arazzi sotto le sue arcate in pietra, in un dialogo intenso tra sacro e profano, tessuto e spiritualità.

L’esposizione si intreccia idealmente con La Signora degli arazzi, mostra attualmente prorogata alla Casina delle Civette di Villa Torlonia a Roma, quasi a creare un doppio binario che collega nord e sud, città e borghi, fili e parole.

Il catalogo e un documento prezioso

Il curatore Claudio Crescentini ha costruito attorno alla mostra un catalogo di grande valore, pubblicato da Il Cigno Arte, con l’introduzione di Bianca Berlinguer e interventi di critici, studiosi e amici dell’artista. Ma c’è di più. Un documento inedito — l’ultima intervista che Niki rilasciò nel 1994, registrata da Maura Cosenza e Gianni De Santis — sarà proiettato durante l’esposizione. Un frammento autentico, intimo, che consente di ascoltare, ancora una volta, la sua voce.

Consiglio alla visita

Per vivere appieno l’esperienza, ti suggeriamo di iniziare il percorso dalla chiesa di San Pietro, dove gli arazzi dialogano con la luce sacra dello spazio. Prosegui poi verso il Museo Wigner-San Francesco e concludi al Museo Cordici, dove potrai anche sfogliare il catalogo e fermarti a riflettere sul messaggio profondo dell’opera di Niki. Se puoi, visita Erice al tramonto: la pietra si scalda, il silenzio avvolge, e i fili sembrano sussurrare storie antiche e nuove insieme.

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