Favignana 2025: l’isola dove il tempo ha deciso di restare

Favignana 2025: il tempo si è fermato. E ha fatto bene.

Appena scendi dal traghetto, la prima cosa che ti colpisce non è il colore del mare. È l’aria. Sa di sale, di bicicletta, di libertà. E nel 2025, a Favignana, questo è diventato un modo di vivere. Non una moda, una scelta.

L’isola non ha cambiato pelle. Ha solo imparato a raccontarsi meglio. Con rispetto, con ironia, con gentilezza. Chi ci arriva, spesso lo fa senza programma. E fa bene. Favignana è una di quelle cose che non puoi pianificare. Puoi solo lasciarti andare.

Il centro è sempre lì, con la tonnara che adesso ospita mostre immersive tra fotografie di mare e canti antichi dei tonnaroti. Di notte, si balla tra le colonne, con luci basse e vino locale. E c’è chi si commuove. Senza un perché.

I motorini sono sempre meno. Le bici sono ovunque. Anche quelle con il cestino davanti, con dentro il pane di semola ancora caldo. La gente pedala piano. Perché a Favignana nessuno ha fretta. E chi ce l’ha, sbaglia isola.

Nel 2025, Cala Rossa è accessibile solo a piedi o in barca a vela. La riserva marina è diventata una poesia da vivere in silenzio. Niente musica sparata, niente selfie gridati. Solo acqua cristallina, pietre rosse e il rumore del sole che cade sul mare.

A Cala Azzurra, si leggono libri all’ombra degli ombrelloni di paglia, e i bambini imparano a galleggiare. Nessuno li corregge. Favignana ha capito che l’imperfezione è bellezza. E la protegge.

La sera, i tavoli dei ristoranti sono pieni, ma non c’è confusione. Si sente solo il tintinnio dei bicchieri, le chiacchiere basse, le risate vere. Le alici fritte, il cous cous di cernia, la cassata al cucchiaio. E la luna sopra il Castello di Santa Caterina che guarda tutto, in silenzio.

Favignana nel 2025 non è un luogo da visitare. È un tempo da abitare. Un tempo che non esiste più altrove. E che qui, per fortuna, resiste.