Stella Maris, la Madonna del Mare di Custonaci

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Custonaci – Una madre di marmo tra le onde
C’è un punto, nella Baia di Cornino, dove il silenzio dell’acqua ha voce. Lì, poco lontano dalla riva, mentre il Monte Cofano si riflette sull’orizzonte come un vecchio gigante addormentato, riposa una presenza che non si vede subito, ma si sente. È la Stella Maris, la Madonna dei marinai. Una madre scolpita nel marmo, immersa a 13 metri di profondità, tra i flutti e la luce rarefatta del fondale.
Alta cinque metri, interamente scolpita in un blocco di “perlato di Sicilia” — lo stesso marmo che a Custonaci racconta storie di chiese, cave e mani esperte — è un’opera firmata dallo scultore Giuseppe Corte, figlio di questa terra e del suo respiro.
Fu calata in mare il 20 luglio 2012. Due giorni dopo, nel giorno di Santa Maria Maddalena, il Vescovo la benedisse. Da allora, una piccola boa rossa ne segnala la presenza. Ma è solo scendendo — con maschera, bombole o cuore aperto — che si può davvero incontrarla. E lì, davanti a quello sguardo scolpito, qualcosa cambia. Non è solo una statua: è un abbraccio che arriva da lontano.
Alla sua base, una targa recita parole che il sale non cancella:
“... alle donne, alle mamme, e ai loro cari che, in mare, hanno perso la vita in cerca della libertà…”.
Un pensiero inciso nella pietra, ma rivolto all’anima. Un omaggio silenzioso a chi ha attraversato il Mediterraneo non per turismo, ma per speranza.
Ogni anno, a luglio, Custonaci ricorda quel gesto con una cerimonia semplice e profonda. Le barche scivolano sull’acqua, i fiori vengono affidati al mare, e poi si fa silenzio. Solo le onde parlano.
Chi arriva qui non trova solo un luogo da vedere. Trova un tempo da sentire.
La Stella Maris è questo: un santuario liquido, un invito alla riflessione. Puoi scoprirla sott’acqua, certo. Ma anche chi resta a riva, guardando l’azzurro, può sentirla vicina. Come una madre. Come una preghiera che il mare ha deciso di custodire.
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