Sicilia, il viaggio che ti sceglie e ti cambia

Sicilia, il viaggio che ti sceglie e ti cambia

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Non lo sai subito. Quando prenoti un volo per la Sicilia, pensi solo a una vacanza. A qualche giorno di mare, magari un po’ di buon cibo, qualche foto da postare.
Poi atterri. E succede qualcosa.

All’inizio è solo un’impressione: l’aria sembra più spessa, il sole più vicino. Le pietre delle case hanno un colore che non conoscevi. Il mare non è sfondo: è presenza.
E cominci a sentire che non sei tu ad aver scelto la Sicilia. È lei che ha scelto te.

La prima sera non la dimentichi

È sempre la prima sera. Magari a San Vito Lo Capo, dove il tramonto si appoggia sull’acqua e i piedi nudi cercano la sabbia ancora calda. Oppure tra i vicoli di Ortigia, con le luci gialle che accendono i balconi e il rumore dei passi che sembra musica.

C’è un momento in cui ti fermi, inspiri profondamente e pensi:
“Ma perché questo posto mi fa sentire così?”

Non lo sai ancora, ma la Sicilia ha già iniziato a cambiarti.

Un viaggio che ti entra dentro

Inizi a guardarti intorno con occhi diversi. Ti ritrovi a chiacchierare con la signora del forno che ti dà un pezzo di pane senza aspettare il resto.
Senti che ogni luogo ha una voce:

  • Erice sussurra, misteriosa e lenta.

  • Taormina ti sorride da diva elegante.

  • Palermo ti investe con la forza di una città che non chiede il permesso per amarti.

  • Modica, Scicli, Noto… sembrano create per farti credere che la bellezza sia ovunque.

E poi c’è il mare. Sempre lui. A Favignana, a Cefalù, a Marzamemi, è lì che ti parla. Ti racconta storie che non capisci, ma senti vere.

Ti accorgi che stai cambiando

Succede piano, senza fretta.
Cominci a mangiare con più calma. A camminare senza meta.
A non stupirti se qualcuno ti offre un passaggio, se ti sorride un perfetto sconosciuto, se una festa di paese ti coinvolge come se fossi nato lì.

In Sicilia, non è importante da dove vieni, ma quanto sei disposto a sentirti parte.

Anche se a casa tua non conosci nemmeno il vicino, qui ti scopri a parlare con l’anziano seduto al bar. Anche se sei abituato alla fretta, qui impari che “cu’ mancia fa muddichi”, chi ha pazienza trova il tempo giusto.

Non è tutto facile, ma è tutto vero

La Sicilia non è cartolina. È carne e anima.
Ha i suoi dolori: strade rotte, angoli dimenticati, servizi che mancano.
Ci sono contraddizioni, lentezze, zone d’ombra.
Ma anche in questo è onesta. Non si trucca, non si maschera. Si offre a chi ha occhi per guardare e cuore per restare.

E poi arriva il momento

Arriva sempre. Il momento in cui devi partire.
Chiudi la valigia, saluti chi ti ha accolto, torni alla tua vita. Ma qualcosa è rimasto qui.
Oppure, forse, è qualcosa della Sicilia che hai portato via con te.

Una parola. Un profumo. Un gesto.

E all’improvviso ti scopri a desiderare di tornare.
A cercare quella luce. Quel suono. Quella lentezza.
A voler appartenere, almeno un po’, a questa terra che ti ha sconvolto, sorpreso, cambiato.

Perché anche se sei forestiero, la Sicilia ti adotta. Ti accoglie. Ti insegna ad amarla.
E senza chiederti il permesso, ti fa diventare uno di noi.

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